Mia mamma compie 78 anni, ma anche quest'anno ha deciso che non vuole festeggiare. Lei se ne sente molti meno di anni, a volte solo un dieci per cento del totale. Per lei ogni giorno è un compleanno e ogni giorno ha diritto a un piccolo dolce. E poi non sopporta che le si parli con paroline, auguri e buon umore.
Mia mamma non è malata, ha fatto una grossa operazione di decluttering, quella pratica salutare che ti lascia con l'essenziale. Ha deciso che l'essenziale era solo lei, ha tenuto poco altro e una sola domanda tra tutte: andiamo?
Mia mamma sapeva già che non mi avrebbe tenuto fino alla fine, ero diventata obsoleta e troppo ingombrante. Mi ha fatta francobollo e sì è spedita una lettera. Adesso sto nella sua cassetta della posta, appena troverà la chiave mi porterà in casa e mi metterà sotto il cuscino. Anche altri pezzi di famiglia sono stati trasformati; papà in un paio di scarpe comode, perché così viaggiano sempre insieme. Mia sorella sta sul tavolo, è una tovaglia, e non ha neanche una ruga perché viene spianata a lungo, per pranzo e cena.
Mia mamma fa quello che vuole, quando vuole. Dorme anche se è ora di pranzo, esce a passeggiare senza ombrello quando piove, sta sveglia la notte e dice parolacce. Mia mamma non è malata, è uno spirito ribelle. Ha sempre aiutato chi doveva e fatto ciò che le avevano insegnato; adesso se ne frega e ha cinque assistenti a rotazione, servita e riverita.
Mia mamma è un artista moderna e realizza performances. Nessuno conosce ormai più la sua vera natura, sì è celata negli anni e ha deciso che non tornerà indietro. Io la rispetto, del resto sono un'artista anch'io.
Mia mamma non è malata, sta mettendo in pratica quella cosa che pensavo sempre da piccola, soprattutto la domenica sera a letto: 'se fossi orfana, per esempio, sarebbe molto meglio in futuro, perché non dovrei soffrire per la perdita di nessuno.' Mia mamma si è fatta orfana di figlie, ci ha soffocate tra i suoi due cuscini, e da adesso in poi non dovrà più soffrire.
Mia mamma è imprevedibile e probabilmente rimescolerà di nuovo tutte le carte. Uscirà la donna di picche, che notoriamente è la sua mamma. Si faranno una partita insieme e forse si chiariranno, così tutto tornerà come prima e sarà sempre ora di far merenda.
Mia mamma era stufa di controllare, di non saper dire, di saper tutto fare. Aveva accumulato molta bellezza, ma le era venuta a noia. Credo che le mancasse la bambina che era stata, credo che quella bambina non sapesse tanto fare il suo mestiere e che sia tornata un attimo lì, per insegnarglielo.
Nel tuo cuore riposa un chiaro di luna,
un dolce chiaro di luna d'estate,
e per dimenticare questa vita importuna
mi annegherò nella tua limpidezza.
Dimenticherò tutti i vecchi dolori,
amore mio,
quando cullerai
il mio cuore triste e i miei pensieri
nel silenzioso amore delle tue braccia.
Qualche volta metterai
il mio capo ansioso
sulle tue ginocchia
e canterai una canzone,
che sembrerà parlare di noi.
E dai tuoi occhi pieni di tristezza,
proprio dai tuoi occhi berrò
così' tanti baci e cosi tanta tenerezza
che, forse, potrò guarire.
Versi di Jean Lahor, musica di Henri Duparc
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