Una cosa che non voleva essere in rima, ma ogni tanto mi scappa.
La mia voce è un pennello che si intinge nel colore e nell’umore dei grandi musicisti. A volte scorre ampio sulla tela e tinge grandi spazi di cielo e mare, a volte è china colorata che riempie lentamente le forme di un mandala.
La mia voce è una matita che non si stacca mai dal foglio. Con un solo lungo tratto disegna il volto dei poeti, poi si perde in mille ghirigori fino a ritornare a casa, qui dentro nel mio cuore.
La mia voce è un scalpello nelle mani di un dio bambino: crea, squadra e arrotonda, va veloce e poi d’un tratto s’interrompe. Scava ogni possibilità e in sé ha tutto quanto, ogni sogno e cosa bella, ogni madre e ogni sorella.
La mia voce è solo aria, non contiene e non trattiene. Sta ovunque e con chiunque, se la chiamo non risponde, se la lancio non ritorna. Sfiora tetti, alberi, camini, vola alto quando piove, rompe muri e innaffia le città.
La mia voce è penna e inchiostro, scrive sempre in brutta copia. Qui cancella, buca il foglio, scarabocchia e sovrascrive. Poi rilegge senza sosta e alla fine copia in bella; se mi ascoltano è perfetta, se son sola passa e va.
La mia voce è un obiettivo che inquadra e mette a fuoco. Ogni nota è un’istantanea, ogni brano un album intero. Scatta a volte foto buie, foto di piedi che si muovono e di tasche fonde e nere, foto tristi e solitarie che nessuno guarda mai.
La mia voce è poca cosa quando esce come un fiume di potenza. Non si sente, non risuona, scorre via e si dimentica. Quando invece incontra mille piccoli ostacoli, fatti di pensiero, vocali e consonanti, è un ruscello tintinnante che risveglia chi riposa e risuona come un riso.
La mia voce è un cruciverba che non sempre si risolve. Se non trovo le risposte cerco un’altra definizione e, tra orizzontali e verticali, prima o poi darò una soluzione.
La mia voce sta in cloud, in una sim, in 34 megabyte. Se per caso non si sente, alzare il volume non serve a niente.
La mia voce piace e non piace, io so cantare, ma non per questo mi sento capace; so prendere acuti ed emettere gravi, ma si sa che non basta per essere bravi. Occorre magia, fortuna e buone maniere, un cuore grande e nulla da temere.
La mia voce è ancora qui, nel suo posto originale. Non è fatta di una materia sola: puoi sentirci mille piccoli frammenti della vita che ho vissuto, delle storie che ho ascoltato, delle persone-animali-cose che ho amato. Ricordo perfettamente, e con dispiacere, ogni volta in cui non è uscita come avrebbe dovuto: una nota stonata, una parola sbagliata, un commento non richiesto, un’offesa maldestra. Vorrei invece ricordare i viaggi che ha fatto, i cuori in cui è atterrata, vorrei sapere se ha donato sorrisi e bellezza, se ha fatto una qualche piccola differenza nel buio più buio di qualcuno. Eppure, in fondo so già che così è stato e mi fa bene ricordarlo, anche senza precisione, perché la mia voce sono io e se non canto non trovo altra definizione.
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