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Studiamo insieme?

Updated: Mar 25, 2023

Mi chiamo Anna Chierichetti e sono una musicista: il canto è la mia disciplina, la musica vocale da camera un grande amore. Abito tra la Lombardia e la Svizzera tedesca e insegno al Conservatorio di Foggia: faccio moltissimi chilometri, ma sono ormai abituata ad associare il viaggio al canto e ad avere la valigia sempre pronta, tanto che la considero ormai una specie di metafora creativa della mia professione.


Ho incontrato sulla mia strada tanti ottimi musicisti che mi hanno incoraggiato ad esprimere il mio potenziale artistico facendo grande attenzione ai dettagli e, con la saggezza degli anni e dell’esperienza, sto trovando la consapevolezza dell’immensa importanza del messaggio che ognuno di noi può portare come interprete. Alcuni, che non pensavano forse minimamente di essere miei maestri, mi hanno insegnato proprio una delle cose più importanti: che cosa non voglio essere come docente ed artista.


La materia che porto agli studenti è un oceano vastissimo di profondità, bellezza e risorse. È musica con poesia, ovvero espressività e profonda umanità ‘al quadrato’; è, rubando le parole di Elly Ameling, un diamante dalle mille sfaccettature che dobbiamo saper lucidare in ogni dettaglio e con la massima cura. Affrontati con serietà i capisaldi della disciplina, il Lied tedesco e la Mélodie francese - che vanno conosciuti e studiati senza risparmiarsi e un corso accademico non è che un assaggio rispetto alla vastità di quanto è stato scritto - è entusiasmante potersi tuffare in un repertorio dai confini spazio-temporali e linguistici fluidi e sfumati, per potersi ritagliare il proprio ‘posto perfetto’, quello in cui compositori e poeti risuonano con la nostra anima.


Il corso di Musica vocale da camera, triennio e biennio, è aperto a cantanti e a pianisti. Sono questi i due elementi portanti e creativi che, collaborando in un ascolto autentico e in un dialogo efficace, possono ancora far viaggiare i messaggi lasciati sulla carta da uomini e donne di straordinarie capacità e sensibilità. Questa disciplina non vuole cantanti o pianisti che si sentano di serie B, o forse solisti mancati: le coppie solide e significative, come del resto nella vita, sono formate da due individui completi e autonomi che non cercano goffamente appoggio l’uno sull’altro, ma procedono per mano con sicurezza, generando ricchezza e facendo fiorire la terra sotto i loro passi. Ritengo perciò fondamentale per il corso, e non accessoria, la preparazione tecnica ed espressiva dei cantanti anche in ambito operistico e dei pianisti nel repertorio classico che a loro compete.


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